La nostra idea

La letteratura scientifica ci suggerisce che i Disturbi di Apprendimento si manifestano di norma con l’inizio della scuola primaria con difficoltà scolastiche più o meno evidenti, a cui fanno seguito spesso disturbi relazionali e comportamentali; il buon potenziale cognitivo di questi bambini/ragazzi fa sì che spesso gli insuccessi o i comportamenti problematici vengano ricondotti a scarsa motivazione, scarso impegno, negligenza o ad altre difficoltà, con le conseguenze di ritardare l’individuazione, la diagnosi e l’intervento didattico e riabilitativo e di aumentare il disagio del bambino/ragazzo, il ‘gap’ con i compagni e l’immagine di sé.

Non sempre è facile, nelle prime classi delle scuole primarie, distinguere un problema nelle acquisizioni delle abilità strumentali dovuto alla possibile presenza di un disturbo specifico da un normale ritardo dovuto a differenze individuali. Sappiamo che di norma prima della seconda elementare non può esservi una diagnosi certa; le difficoltà emergono, tuttavia, molto prima, perciò è fondamentale che gli insegnanti, primi fra tutti, siano in grado di identificare precocemente i segnali predittori di possibili disturbi dell’apprendimento e di monitorarne l’evoluzione.

Non si tratta di criteri diagnostici, bensì di campanelli d’allarme, che è possibile individuare con prove e attività finalizzate a rilevare nei diversi stadi di scolarizzazione il livello di acquisizione degli alunni e l’eventuale presenza di difficoltà specifiche negli apprendimenti e a consigliare, quindi, alla famiglia la necessità di una valutazione più approfondita e di tipo specialistico.

È imprescindibile per il successo formativo dei bambini con bisogni educativi speciali servirsi di strategie educative, di accorgimenti pedagogici e di indicazioni operative che rispondano adeguatamente alle peculiari caratteristiche e alle esigenze formative degli alunni: gli insegnanti hanno un ruolo centrale nella comprensione della diagnosi e nella personalizzazione delle proprie strategie di insegnamento mirate a valorizzare le caratteristiche dei diversi stili di apprendimento individuali dell’alunno con DSA o BES, e creare, quindi, le condizioni per una didattica individualizzata e personalizzata, che si avvalga anche dell’utilizzo di strumenti compensativi e misure dispensative, legittimati nel loro utilizzo dalla legge 170/2010: strumenti che rendono più fruttuosa e agevole l’espressione delle potenzialità e strategie didattiche che l’insegnante può mettere in atto per rendere le richieste più idonee ed efficaci all’apprendimento dei propri alunni. Questi strumenti, così intesi, non necessariamente si rivolgono solo agli alunni con DSA o BES, ma possono interessare tutti. Ed è questa la sfida della scuola di oggi: adottare tali strategie per tutto il gruppo classe nell’ottica dell’inclusione.

Accanto agli interventi in classe è necessario affiancare attività pomeridiane che tendano a garantire il diritto all’autonomia dei bambini/ragazzi con DSA nell’esecuzione dei compiti: troppo spesso accade che i genitori si trovano a svolgere il ruolo di insegnanti a casa perché dedicano molto tempo a fare i compiti con i figli oppure che il ragazzo sia costretto ad un legame imprescindibile con gli “insegnanti delle ripetizioni”: genitori e insegnanti sono chiamati, invece, a dare la spinta per poter raggiungere in autonomia i traguardi formativi, fornendo all’allievo solo l’aiuto necessario per poter “spiccare il volo”.

È, inoltre, indispensabile che la scuola si interfacci costantemente con la famiglia e i clinici di riferimento per attivare un dialogo tra le diverse figure professionali che sia realmente costruttivo per l’alunno in difficoltà e poter così trasformare la scuola in un luogo di benessere e apprendimento, creando anche momenti di riflessione, di consapevolezza attraverso giochi psicologici che permettano di capire gli stati emotivi e relazionali di una ragazzo con DSA.

Partendo da queste premesse il nostro gruppo di lavoro intende offrire una molteplicità di strumenti di valutazione, di materiali per l’intervento educativo-didatticocompetenze per la comprensione della diagnosi e la successiva individuazione di piani didattici personalizzati, al fine di supportare i docenti nella gestione concreta di tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali e, nello specifico, con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, oltre che percorsi per ragazzi per raggiungere in autonomia gli obiettivi scolastici.